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PINK FLOYD “Wish You Were Here 50”: L’architettura del dolore in Dolby Atmos

Pink Floyd by Storm Thorgerson, Sony Music RT (1)

C’è qualcosa di liturgico, di clinico nell’entrare nella sancta sanctorum della Sony Music per ascoltare un disco del 1975.

Ti aspetti una celebrazione quasi  museale. Invece, quello che esce dai diffusori durante l’ascolto in anteprima di Wish You Were Here 50 è un atto di illuminazione sonora.
Una dimostrazione di superiorità che rende quasi imbarazzante il confronto con le produzioni odierne, spesso compresse fino all’asfissia.

L’operazione, in uscita il 12 dicembre, non è il solito repackaging per completisti feticisti (anche se il Deluxe Box Set con 4 LP e Blu-ray farà sanguinare i portafogli). È un restauro architettonico. Il nuovo mix Dolby Atmos curato da James Guthrie non si limita a spazializzare il suono: lo scardina.

Laddove la nostalgia tende ad ammorbidire i ricordi, questo mix fa l’opposto: affila le lame. La chitarra di Gilmour in Shine On You Crazy Diamond non è mai stata così presente, quasi fisica, una presenza spettrale che ti siede accanto. Le tastiere di Wright avvolgono la stanza con una densità che il vinile originale, per limiti fisici, poteva solo suggerire. Guthrie ha trattato i nastri non come reliquie, ma come organismi viventi, svelando dettagli di arrangiamento che per mezzo secolo sono rimasti sepolti nel mix stereo.

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Non è “suono surround”, è immersione totale in un vuoto pneumatico: il tema dell’assenza, cardine dell’opera, diventa paradossalmente una presenza tangibile.

Ma la vera gemma per l’esegeta floydiano risiede nell’operazione di archeologia sonora compiuta da Steven Wilson. Il restauro dei bootleg di Mike Millard, registrati al Los Angeles Sports Arena nel 1975, è un miracolo tecnico. Millard, leggendario “taper” che nascondeva i registratori sulla sedia a rotelle (finta) per aggirare la sicurezza, catturò i Floyd in uno stato di grazia feroce.

Wilson ha ripulito quei nastri con la cura di un restauratore rinascimentale, restituendoci una band che sul palco suonava con una potenza e una sporcizia che gli album in studio hanno sempre levigato. Ascoltare Raving and Drooling (embrione di quella che diventerà Sheep) in questa qualità è scioccante: documenta una band all’apice della sua arrogante creatività, prima che le faide interne divorassero tutto.

In un mercato discografico saturo di remaster inutili che alzano solo il volume “Wish You Were Here 50” si pone come un’opera di rettifica storica. Conferma che nel 1975 i Pink Floyd non stavano “sperimentando”; stavano costruendo una preveggenza che oggi, nell’era dello streaming liquido e distratto, appare quasi aliena.

Questa riedizione non serve a ricordarci quanto fossero bravi loro. Serve a ricordarci quanto ci siamo accontentati noi, oggi, della mediocrità audiofila. Un ascolto obbligatorio, non per celebrare il passato, ma per capire cosa abbiamo perso lungo la strada.

LE CURIOSITA’

●      L’album fu registrato negli Abbey Road Studios di Londra, dove i Beatles registrarono la maggior parte del loro repertorio tra il 1962 e il 1969, e dove nel tempo avrebbero registrato U2, Radiohead, Adele, Amy Winehouse, Muse, Coldplay ma anche italiani come Cesare Cremonini, Elisa ed Ennio Morricone.

●      Quando l’album uscì nel Regno Unito il 12 settembre 1975 era avvolto da una pellicola nera, sormontata solo da un adesivo con due mani meccaniche che si stringono sopra i 4 elementi: fuoco, acqua, aria, terra.

●      La celebre copertina, così come le fotografie all’interno, è ricca di simbolismi e suggestioni, ideati da Storm Thorgerson e Aubrey “Po” Powell dello studio Hipgnosis.

●      La copertina rappresenta due uomini d’affari che si stringono la mano, con uno dei due in fiamme. La foto fu davvero scattata con uno stuntman che venne dato alle fiamme per la scena, una scelta estrema che ha fatto scuola per la sua potenza visiva e il realismo dell’effetto.

●      Esistono due versioni principali della copertina, una per il mercato britannico e una per quello americano, con leggere differenze nella posizione e intensità delle fiamme sull’uomo.

●      Le immagini interne rappresentano gli altri 3 elementi (oltre al fuoco della copertina) acqua, terra e aria. Un tuffatore immerso nell’acqua senza creare schizzi, un uomo senza volto nel deserto, soprannominato “Floyd Salesman” (retro copertina), e una donna con un velo rosso nel bosco, tutte metafore visive che rafforzano i temi di assenza e alienazione presenti nel disco.

●      Il 5 giugno 1975 Syd Barrett, che da tempo si era allontanato dalla band, fece una visita a sorpresa agli Abbey Road Studios, apparendo irriconoscibile. 

●      Il batterista Nick Mason dice che non è mai stato chiaro cosa abbia causato i problemi mentali di Syd, forse una dose troppo forte di lsd.

●      “Shine On You Crazy Diamond” presenta l’utilizzo di suoni derivanti dallo sfregamento di bicchieri con acqua e campanelli, una tecnica sperimentale che consisteva nel produrre musica con oggetti domestici legata al progetto abbandonato del 1973 “Household Objects”.

●      “Shine On You Crazy Diamond” nella traccia originale superava i 25 minuti totali quindi non ci stava interamente su un lato del vinile, per questo la suite fu divisa in due parti.

●      “Have a Cigar” è cantata da Roy Harper.  Waters e Gilmour avevano tentato di cantare il brano senza essere soddisfatti del risultato, quindi, poiché Harper stava registrando il suo album negli Abbey Road Studios nello stesso periodo, fu invitato a cantare la canzone come favore a Gilmour, che aveva suonato alcune chitarre in un suo pezzo.

●      In “Have a Cigar” la frase “Oh, by the way, which one’s Pink?” è tratta dalla gaffe nel primo incontro con i dirigenti della loro etichetta americana.

●      “Welcome to the Machine” è l’unica canzone dell’album completamente priva di batteria, sostituita da timpani e dal ritmo del basso che simula il passo meccanico di una macchina.

●      La title track “Wish You Were Here” parte da un’idea di David Gilmour, include effetti sonori particolari fin dall’introduzione e un brevissimo contributo del violinista Stéphane Grappelli.  L’intro simula una radio che cambia stazione: l’effetto fu creato registrando davvero dalla radio dell’auto di Gilmour con un registratore a batterie, catturando anche un pezzo della Quarta Sinfonia di Tchaikovsky, prima di arrivare all’arpeggio di chitarra.

●      I Pink Floyd si sono riuniti solo nel 2005 per il Live 8, grazie alle insistenze di Bob Geldof.

●      “Wish You Were Here” fu cantata da Ed Sheeran durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra 2012, con Nick Mason, Mike Rutherford e Richard Jones.

●      I Foo Fighters incisero “Have a Cigar” con Brian May dei Queen per la colonna sonora del film Mission: Impossible II (2000).

IL POP UP 

Pink-Floyd-Allestimento-store-Milano

Per il 50° anniversario dalla pubblicazione, in tutto il mondo aprono degli speciali Pop Up Store. A Londra, Barcellona, Los Angeles e Parigi saranno realizzati in collaborazione con News & Coffee Studio. Apriranno anche un temporary a Berlino e uno a Milano. Ogni location ospiterà un’esclusiva edizione “Wish You Were Here 50” della fanzine Brain Damage: una vivace rivisitazione del progetto editoriale originariamente fondato e pubblicato a metà degli anni ’80 dall’autore e storico dei Pink Floyd Glenn Povey. In ogni sede saranno inoltre disponibili una stampa limitata celebrativa di Wish You Were Here 50 e una selezione di merchandising commemorativo. Tutti i prodotti dei pop-up sono a tiratura rigorosamente limitata.

Il Pop Up Store di Milano sarà allestito in Via Ripa di Porta Ticinese, 47, aperto al pubblico dalle ore 20.30 dell’11 dicembre, al 14 dicembre (venerdì, sabato e domenica dalle 11.00 alle 23.00).

I FORMATI 

Già dall’11 dicembre sarà possibile acquistare in anteprima tutte le nuove edizioni di “Wish You Were Here 50”: 3LP, 1LP, 2CD, Blu-ray e cofanetto deluxe.

Inoltre, solo nello store, sarà acquistabile una edizione limitata dell’album in vinile bianco.

Per ogni acquisto ci sarà in omaggio una shopper brandizzata!

Entrate nello store significherà anche immergersi nei giochi visivi ideati da Storm Thorgerson e Aubrey “Po” Powell dello studio Hipgnosis, che restano ancora oggi immagini iconiche e immediatamente riconoscibili.

L’edizione digitale comprenderà l’album originale del 1975 con un nuovo mix in Dolby Atmos realizzato da James Guthrie, collaboratore dei Pink Floyd fin dal 1979 con “The Wall”. Include inoltre 25 brani bonus composti da 9 rarità da studio e 16 registrazioni dal vivo realizzate dal celebre bootlegger Mike Millard al concerto dei Pink Floyd alla Los Angeles Sports Arena del 26 aprile 1975 (qui pubblicate ufficialmente per la prima volta). Tra le rarità da studio in uscita, figurano “The Machine Song (Roger’s demo)”, il primo demo casalingo che Roger Waters presentò originariamente alla band, un mix strumentale inedito di “Wish You Were Here” che mette in risalto la pedal steel guitar di David Gilmour, un’altra demo inedita di “Welcome to the Machine” “The Machine Song (Demo #2, Revisited)”, e, per la prima volta, una versione completa di “Shine On You Crazy Diamond (Pts. 1-9)” che unisce le due parti del brano in un nuovo mix stereo realizzato da James Guthrie.

L’audio dal vivo è stato accuratamente restaurato e rimasterizzato da Steven Wilson.

L’edizione Blu-ray permette inoltre ai fan di vedere 3 dei filmati proiettati nei concerti del tour del 1975, oltre a un cortometraggio di Storm Thorgerson.

I formati 3LP e 2CD includono l’album originale e le nove tracce bonus da studio.

Il cofanetto deluxe contiene tutto il materiale su 2CD, 3LP (in esclusivo vinile trasparente) e Blu-ray, oltre a un quarto LP in vinile trasparente, “Live At Wembley 1974”, una replica del singolo giapponese 7” “Have A Cigar” / “Welcome To The Machine”, un libro cartonato con fotografie inedite, un comic book con il programma del tour e un poster del concerto di Knebworth.

LE INIZIATIVE 

Sul sito dei Pink Floyd è presente Dear Pink Floyd Experience www.pinkfloyd.com/dear-pink-floyd: uno spazio digitale interattivo dove i fan di tutto il mondo possono condividere poesie, ricordi e riflessioni ispirate alla musica della band.

Il 14 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma si terrà un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della musica: la nuova rimasterizzazione 2025 di “Wish You Were Here” sarà fatta ascoltare  con un impianto di livello assoluto con diffusori JBL Everest e amplificazione Mark Levinson, accompagnata dalle voci autorevoli di Marco Fullone e Giancarlo Valletta, che impreziosiranno l’esperienza con racconti, curiosità e riflessioni sul contesto culturale e musicale che ha reso immortale quest’opera.

L’evento a ingresso libero potrà essere prenotato mandando una mail all’indirizzo: [email protected] e aspettando conferma di prenotazione.

Le sessioni che si terranno presso lo Studio 2 con 50 posti a sedere saranno 6, dalle ore 10.30 alle ore 18.15.

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